07 novembre 2009

croci e tifo

Quando andavo alle elementari noi maschietti ci dividevamo in fazioni soprattutto per il tifo calcistico, l'unica cosa che veramente ci univa era l'album delle Panini e a anche se li dentro trovavamo poi ulteriori motivi di scontro (certe faccie di giocatori istigavano feroce ironia) di fatto il gioco di scambio "celo, celo, manca" teneva unite tutte le tribù.
Ai miei tempi gli juventini erano i più numerosi, dunque i più odiati (anche perchè vincevano sempre loro), in una percentuale vicina al 40%, seguivamo noi interisti con percentuali vicine al 25% all'incirca al pari dei cugini milanisti: erano gli anni di Bettega, Mazzola e Rivera e dunque queste 3 squadre da sole si dividevano il grosso della tifoseria in una provincia di serie C come la nostra Pisa. Non mancavano però altre isolate fazioni, ricordo qualche laziale, pochi torinisti e un solo tifoso del Cagliari, folgorato nell'epoca di Riva da una fede che ti si appiccica addosso a sei anni e che non puoi mollare più.
Ad un certo punto dell'anno nella mia classe gli juventini portarono un manifesto della loro squadra e col permesso divertito della Maestra lo affissero in un angolo dell'aula, naturalmente ciò scatenò le ire di noialtri interisti, che il giorno dopo pareggiammo il conto portando a scuola ed affigendola la foto della nostra squadra. Seguirono i milanisti con la loro foto, e dopo qualche giorno comparve anche quella del Pisa sporting club (epoca pre-Romeo).
Il gioco si fermò li, qualcuno delle altre squadre provò a lamentarsi le bambine mugugnarono e la Maestra pensò bene che fosse l'ora di togliere tutto ciò che non aveva attinenza con il nostro studio.



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